“Se ricevo il
gesto di tenerezza nella sfera della domanda, io sono appagato:
quel gesto non
è forse come un miracoloso condensato della presenza?
Ma se invece lo ricevo (e
ciò può essere simultaneo) nella sfera del desiderio,
io sono inquieto: la
tenerezza, a buon diritto, non è esclusiva;
io devo perciò ammettere che ciò
che ricevo, anche altri lo ricevono
(talvolta mi è anzi dato di vederlo).
Dove
ti dimostri tenero, là individui il tuo plurale”
(Barthes, 1977, Frammenti di
un discorso amoroso)
Nell’opera Psicologia delle masse e analisi dell’Io (1921), Freud affronta il problema della relazione dell’individuo sia con l’Altro che all’interno del gruppo e della società. Freud afferma che l’Altro è sempre un “modello, un oggetto, amico o nemico” e definisce la natura della relazione oggettuale in contrapposizione ai fenomeni narcisistici che vengono realizzati indipendentemente da altre persone.
Freud affronta il tema della relazione gruppale: “Un gruppo si presenta come un insieme d’individui
che hanno tutti sostituito il loro ideale dell’Io con lo stesso oggetto, il che
porta all’identificazione del proprio Io”. Il gruppo può essere fondato secondo
l’autore dalla mancanza d’indipendenza e iniziativa da parte dell’individuo. Freud
cita Trotter (1916) che fa derivare i fenomeni psichici della massa da un
istinto gregario, innato negli uomini e negli animali. Questo tipo d’istinto è
in relazione alla pluricellularità e alla teoria della libido; esso è primario
e indecomponibile. L’individuo si sente incompleto quando è solo, il contrasto
con il gruppo equivale alla separazione da esso e ciò viene per questo motivo evitato.
Per Trotter gli istinti primari sono: conservazione, nutrizione, istinto sessuale
e gregario. Quest’ultimo può essere in contrasto con gli altri. La rimozione in
tale contesto deriva dal senso di colpa che consente la possibilità di aggregazione
(al contrario dell’antisocialità). L’istinto gregario tuttavia non è primario
quanto l’istinto di conservazione e l’istinto sessuale. L’istinto di
conservazione potrebbe essere uno spunto su cui riflettere ulteriormente: in
cosa consiste di fatto? La paura che il bambino prova quando è solo per Freud (1921) è desiderio insoddisfatto della madre che
diventa angoscia. Essa non si calma con l’apparizione di un qualunque uomo,
anzi può essere provocata dall’apparizione di un estraneo.
Queste descrizioni ricordano molto la teoria bowlbiana
dell’attaccamento (Bowlby, 1969, 1973, 1980). Il bambino però secondo Freud
(1921) nasce privo di tale istinto; esso si crea nella nursery come effetto del
rapporto con i genitori e come risultato della gelosia verso il fratello
minore. Tale gelosia, una volta superata andrebbe secondo l’autore a creare il
senso di comunità. Lo spirito di gruppo deriva pertanto dal superamento della
gelosia. La socialità pertanto riguarda la trasformazione di un sentimento
ostile in un “attaccamento positivo”,
ovverosia in un’identificazione.
Freud (1921) in questo caso corregge l’affermazione di
Trotter (1916) circa l’uomo come animale gregario, esso è invece un animale di
un’orda, cioè un elemento costitutivo di un’orda guidata da un capo. Per Freud (1921)
si distingue quindi una psicologia individuale e una di gruppo. Il capo del
gruppo è libero, ha pensiero proprio forte e indipendente, la sua volontà non
ha bisogno di essere rafforzata da quella degli altri. Egli è simile al Superuomo
di Nietzsche (1883).
Come si sviluppa l’Io
nelle identificazioni con il gruppo e in relazione ad un capo potente?
L’individuo può ottenere diverse identificazioni in relazione a vari gruppi di
cui fa parte, inoltre la rinuncia dell’ideale dell’Io in relazione all’ideale
collettivo non è uguale in tutti i casi: tale scissione talvolta può
coesistere, insieme al narcisismo conservato del soggetto. Per alcuni l’istinto
gregario deriva dall’incarnazione del capo del proprio ideale dell’Io, mentre
per altri, per i quali tale incarnazione non è completa, l’aggregazione avviene
per identificazioni o mediante la suggestione. In questo passaggio dello
sviluppo dell’Io rispetto al gruppo
di Freud, possiamo rintracciare alcuni meccanismi di formazione della
personalità secondo identificazioni veicolate dal gruppo, che verranno poi
ampiamente descritte da Erickson (1982) nella disamina sulla formazione
dell’identità in adolescenza. Freud spiega che il differenziarsi nel gruppo può
produrre una difficoltà nel funzionamento psichico; causarne arresto o malattia.
La separazione dell’Io dall’ideale
dell’Io, non può durare a lungo senza generare uno scompenso. Quando Io e ideale dell’Io coincidono si ha
sensazione di trionfo, quando sono in tensione, emerge il senso di colpa e di
inferiorità. L’amore respinto ad esempio, diventa malinconia nel soggetto
perché i rimproveri rivolti all’oggetto abbandonato ricadono sul Sé.
Il bambino secondo Freud si lega agli altri mediante la deviazione
della pulsione sessuale, che è l’unica reale spinta al legame. La tenerezza e
l’attaccamento affettivo derivano pertanto dalla rimozione della pulsione
sessuale. Le tendenze sessuali secondo Freud sono contrarie all’istinto
gregario. Queste affermazioni di fatto sembrano essere spiegate più esaustivamente dalla
concezione della motivazione complessa all’attaccamento di Lichtenberg (2012), ma possono essere apprezzate in quanto
rivelano un Freud paradossalmente “relazionale”.